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23 Dicembre 2022di Concetta Santagati
Mazzarino. Un modello da perseguire
Gli anni ’90 rappresentano per la Banca un periodo di forte espansione, si effettuano operazioni di aggregazione con altre banche e si aprono nuove filiali. La crescita continuerà negli anni fino all’inaugurazione della nuova attuale sede generale. Nel 2011 l’Italia è in piena crisi economica e presto la BCC presenta la sua ricetta “oltre la crisi”. Nel 2016 salirà sul gradino più alto d’Italia confermandosi “Banca Leader” per redditività, solidità e produttività. Di recente poi l’adesione al gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca.
E il dopo Siciliano? E’ questa la domanda ricorrente. La BCC da anni coltiva al suo interno il proprio management, facendolo crescere in esperienza, competenza e professionalità. L’investimento sul futuro Direttore Generale parte da lontano quindi ed è per questo che la Banca ha già provveduto ad individuare il successore, il dott. Filippo Delia col benestare della Capogruppo e della BCE che ne ha autorizzato tale scelta. Il futuro Direttore è testimone delle grandi sfide e dei grandi risultati raggiunti negli ultimi anni. 39 anni, laureato nel 2009 all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, col massimo dei voti e la lode, dal 2011 nella BCC “dei Castelli e degli Iblei”, Filippo Delia ha presto ricoperto ruoli di responsabilità nei settori strategici della Banca, di cui nel 2017 ne assume la vice direzione.
Dott. Delia come si prepara a questo passaggio di testimone? Sono felice e onorato di essere stato individuato per ricoprire questa prestigiosa carica. Non sarà facile raccogliere l’eredità professionale di un uomo che per ben 44 anni ha avuto la responsabilità gestionale della principale Banca del nostro territorio, e che ha giocato un ruolo da protagonista nelle vicende della Banca stessa e più in generale dell’economia dei paesi in cui essa è presente, in primo luogo Mazzarino.
Quale insegnamento ha avuto dal direttore Siciliano? Un insegnamento prezioso, la sua capacità di saper coinvolgere i propri collaboratori, condividendo i progetti lavorativi e professionali, con il suo modus operandi “orizzontale”, privo di formalismi, di gerarchie e di paternalismi. Quello che mi ha sempre colpito del Direttore è la sua lungimiranza e la capacità di vedere sempre gli aspetti positivi che ci sono nelle persone, nei colleghi di lavoro, nei soci e nei clienti della Banca. L’esempio che quotidianamente ci ha dato è di forte orientamento ai risultati e alla risoluzione dei frequenti problemi che assillano l’attività bancaria in un territorio difficile come il nostro. Un modello per chi si accinge a portare avanti questa Istituzione, oggi fortemente radicata, solida e redditizia.